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Il cacciatore e il serpente

| Marina Greco | Antologie Saveriane Commentate


Il cacciatore e il serpente
Favola dei Lega

Ripropongo qui l'ottava favola della raccolta di Lino Ballarin sx "La figlia del sole e altre favole africane”, pubblicata nel 1979 dalla Editrice Missionaria Italiana. Segue una possibile pista di  lettura.

Kasusu, abile cacciatore, tese vari lacci nella foresta per prendere qualche animale. Dopo un paio di giorni tornò a vedere e nel primo laccio trovò un pitone enorme, lungo una decina di metri. Tutto contento si accingeva ad ucciderlo, ma il serpente cominciò a supplicarlo:
«Non uccidermi, ti prego! Se mi lasci in vita sarò il tuo migliore amico e potrò aiutarti in qualche momento difficile»
Il cacciatore esitò a lungo, ma poi cedette e liberò il bestione. Allora il serpente scoppiò in una diabolica risata:
«Grazie, - disse - sei proprio un ingenuo. Adesso ti mangerò. Da tre giorni non tocco cibo».
«Ma tu hai promesso di essere mio amico! - balbettò il povero Kasusu - É questa la tua riconoscenza e la fedeltà alla parola data?»
«Da quando in qua - rispose il pitone - un affamato si lascia sfuggire la preda?»
«Almeno - insistette l'uomo - permetti che la nostra lite sia giudicata dalle autorità della foresta».
Il serpente accettò ridendo e chiamò a gran voce gli animali della zona. Vennero molti e fecero cerchio a debita distanza. Il pitone espose il caso:
«Io ho preso quest'uomo. Non è diritto d'ogni cacciatore mangiare la selvaggina caduta nelle sue mani?»
«É una menzogna, - rispose l'uomo - sono io che ho preso il pitone nel laccio. Poi l'ho liberato per compassione, ed ora, mentendo com'è costume dei serpenti, vuole mangiarmi.».
Gli animali si guardarono l'un l'altro timorosi e indecisi. Finalmente si fece avanti la volpe.
«Io - disse - sono il più piccolo degli animali. Ma se permettete proverò a dirimere la questione. Per giudicare però con imparzialità ho bisogno di vedere come si sono svolti i fatti. Scusatemi: le parole a volte sono ambigue».
I contendenti accettarono. L'uomo rifece il laccio, il pitone si avvicinò con cautela spiegando come era stato preso a tradimento dall'uomo ... Ma di colpo il laccio scattò stringendo il pitone al collo. Allora la volpe pronunciò la sentenza:
«Ora, uomo, sei salvo; ma non essere così ingenuo un’altra volta! Per mio onorario mi darai una gallina».
«Grazie - rispose Kasusu -. Questa notte vieni a casa mia. Lascerò il pollaio aperto e vi potrai prendere quello che vuoi».
La sera, Kasusu lasciò il pollaio aperto. Ma dimenticò di avvertire la moglie. Prima di notte la donna chiuse il pollaio, com' era solita fare. Quando la volpe arrivò, restò delusa. E dovette andarsene brontolando: «Su questa terra non c'è più riconoscenza!»

UNA PISTA DI LETTURA

api e serpenti

 

Ancora una volta abbiamo a che fare con un serpente; quello non domato.
Non c'è animale così unanimamente accusato di ogni malvagità, poveraccio. Devo dire che un po' mi fa anche pena (l'animale, non l'uomo che si comporta come il serpente).

La volpe, simbolo dell'astuzia umana, sa bene che del serpente menzognero non ci si può fidare, e sa pure che anche gli umani ogni tanto non si comportano meglio di quel tipo di serpente.
Anche uomini e donne talvolta non mantengono la "parola data"; non foss'altro che per...dimenticanza! Sarà una scusa?
Le promesse io le mantengo sempre? E tu? 
I nostri amici sembrano mantenerle?
I politici le mantengono? Perbacco, perfino le case farmaceutiche che producono i vaccini contro il Covid sembrano avere problemi...striscianti. Non abbiamo sentito dire nei mesi scorsi che una qualche azienda non è riuscita a rispettare un contratto? In Europa si sono arrabbiati in parecchi.
La volpe quando rimane offesa, perchè qualcuno non ha mantenuto la parola data, brontola e basta, perchè è abbastanza furba da farsene una ragione, ma se uno non fosse astuto come la volpe e non avesse tante risorse? Forse si sentirebbe ferito e tradito? Che ne dite? Forse bisognerebbe non fare promesse, che poi non si sanno mantenere! Quanto meno per non finire come il serpente.

Commento e illustrazione: M. Greco.