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L'ape e il serpente

| Marina Greco | Antologie Saveriane Commentate


L'ape e il serpente
Favola dei Lega - Zaire

Ripropongo qui la quinta favola della raccolta di Lino Ballarin sx "La figlia del sole e altre favole africane”, pubblicata nel 1979 dalla Editrice Missionaria Italiana. Segue una possibile pista di  lettura.

Un giorno l'ape e il serpente fecero amicizia. L'iniziativa era venuta dal serpente.
“Facciamo amicizia noi due” - aveva detto all'ape.
“L'idea mi piace, - aveva risposto l'ape - Però ricordati bene, caro serpente, che io sono una persona con un cuore solo, non con due o tre. Tu capisci che cosa voglio dire. Ciò che dico è quello che ho dentro. Non dico mai una cosa diversa da quella che penso, e non cambio mai ciò che ho detto o promesso, perché io sono nata con un cuore solo.”
“Anche 'io, - s'era affrettato a rispondere il serpente - anch'io ho un cuore solo!”
Dopo qualche giorno il serpente fece una proposta: “Cara amica, giacché abbiamo fatto amicizia io vorrei venire a casa tua sabato prossimo e stare in compagnia con te”.
L'ape accettò e corse a casa a preparare un ricevimento degno dell'amico. Avvisò tutte le api del villaggio e prepararono carne di capra e di pollo, banane, riso e birra d'ogni qualità ed altre golosità ancora. Quando il serpente giunse con tutta la famiglia, lo accolsero con grande festa e lo fecero accomodare in una casa pulita e fresca. Banchettarono fino a sera tra canti e danze al suono dei tamburi.
Tramontato il sole, il serpente chiese:
“Cara amica, dove dormirò questa sera?”
“Non preoccuparti, - rispose l'ape - ti ho preparato un letto soffice e adatto a te”.
“Eh no! - rispose il serpente – Non mi piace nessun letto; voglio dormire nel tuo ventre”.
L'ape stralunò gli occhi per lo stupore.
“Cosa dici, amico? Tu sei un serpente lungo e grosso, e io sono piccolina. Come potrai stare nella mia pancia?”
“Su, su!” - rispose il serpente – non è poi tanto difficile. Che se proprio non vuoi, io me ne vado”.

“No, no! - disse l'ape - Ti ho già detto che io ho un cuore solo. Abbiamo fatto amicizia e non intendo cambiare idea. Allora, coraggio prova ad entrare nel mio ventre”.
Ciò detto, spalancò la bocca e il serpente vi entrò penetrando fino nel ventre. Guardò da ogni parte e vide che l'ape aveva proprio un cuore solo. Poi s'addormentò. Il giorno seguente, quando si svegliò, volle uscire. L'ape spalancò la bocca e il serpente tornò fuori.
“Hai detto la verità, - disse all'amica - hai proprio un cuore solo. Ma ora devo tornare a casa e ti ringrazio di tutto”.
“Arrivederci a casa tua sabato prossimo!” - disse l'ape congedando l'amico.
Il giorno stabilito, l'ape si recò con la sua famiglia al villaggio del serpente e fu accolta con grande allegria. Le fu assegnata una bella casa, ricevette cibi e bevande in quantità e passò una giornata veramente piacevole. Giunta la sera, domandò all'amico:
“Dove dormirò questa notte?”
“Ecco la tua stanza e un letto caldo per te!” - disse il serpente.
“Eh no! - l'ape rispose. - Anch 'io voglio dormire nel tuo ventre come hai fatto tu con me”.
“Ma come è possibile? - disse il serpente impensierito - Tu con quel pungiglione là potresti ferirmi e morirei”.
“Non temere - disse l'ape - Siamo amici, no? Anche tu sei stato nel mio ventre e non mi hai fatto male con il tuo veleno”.
Il serpente finì per rassegnarsi, spalancò le fauci e l'ape entrò nella sua pancia.
Appena entrata, proprio vicino alla gola del serpente, trovò un cuore. Andò avanti e al centro della pancia trovò un altro cuore. Camminò ancora e quanti cuori trovò? Ne contò sei. Poi si rifugiò in un angolo e stava per addormentarsi quando vide che i cuori del serpente si radunarono e cominciarono a discutere. Uno disse: “Come mai quell'insetto ha osato entrare qua? Lo taglieremo a fettine e lo mangeremo”.
“No! - disse un altro - Non è giusto fare così, non è nostro amico? Bisogna lasciarlo uscire e tornare a casa sua”.
“Questo è anche il mio parere, - disse un terzo - lasciamolo andare; se poi tornerà ancora lo mangeremo”.
L'ape capì molto bene i loro discorsi e restò meravigliata e offesa.
“Dunque - disse dentro di sé - il mio amico ha tanti cuori e ognuno la pensa in modo diverso. E se io tornerò, mi uccideranno!”
Giunto il mattino, chiese di uscire. Il serpente spalancò la bocca per farla passare. Allora gli disse:
“Caro serpente, ora torno a casa, ma prima devo dirti una cosa: quando tu hai dormito nel mio ventre hai trovato un cuore solo. Io invece nel tuo ventre ne ho trovati sei! Alcuni volevano uccidermi, uno decise di lasciarmi andare, col proposito però di uccidermi se tornerò un'altra volta.
Allora ho capito che la tua amicizia è tutta una finzione Tu non sei sincero, hai molti cuori e i tuoi pensieri cambiano direzione come le canne al vento: la mia amicizia con te mi sarebbe fatale, perciò da questo momento è finita per sempre”.
Detto questo, l'ape volò al suo villaggio.
Ma la questione fu portata davanti agli anziani del paese che convocarono i due litiganti al loro tribunale. L'ape vinse la causa. Il serpente fu dichiarato un essere malfido e traditore dal quale è bene stare lontano.
Così è dell'uomo: chi cerca l'amicizia ma ha due o tre cuori è un disonesto.
L'uomo retto ha un cuore solo e una sola parola.

UNA PISTA DI LETTURA
api e serpenti

Che dire di tutte le persone che cambiano idea e di conseguenza il proprio comportamento nei confronti degli altri?
La favola di oggi ci insegna a credere che sono tutte malfide e traditrici, perché il loro modo d’agire deriva da sentimenti molteplici e contraddittori e che dunque non meritano l’amicizia delle persone leali che hanno un cuore solo.
Non è una favola che necessiti di particolari piste di lettura: è in sé molto chiara.
Mi limito solo a introdurre qualche spunto di riflessione, facendo, per così dire, l’avvocato del diavolo, o del serpente in questo caso: si sa, uomini e donne incorrono nell’accusa di tradimento con grande facilità .
E se avessimo dato la nostra parola in base a valutazioni errate?
Se fossimo stati ingannati?
Se fossimo caduti in mano ad abili sfruttatori?
Se a  fingere di tradire fossimo costretti per raggiungere fini superiori più importanti per noi e per altri?
Qualche esempio?
Sono esistite persone che hanno aderito inizialmente a regimi criminali senza rendersene conto, perché non immaginavano a quali aberrazioni potesse giungere il pensiero dittatoriale; poi hanno visto, capito e sfidato la morte per la libertà e per difendere altri.
Sono esistite donne, vittime di femminicidio, che hanno creduto di amare il compagno che le ha uccise; se fossero riuscite a cambiare il loro cuore, sarebbero vive.
Pietro, dopo l’arresto di Gesù di Nazareth, disse di non averlo mai conosciuto, forse non solo perché in lui si manifestasse esemplificativamente quel sentimento di terrore che è capace di rendere vile ogni uomo, ma forse perché Pietro doveva essere consapevole fino in fondo della propria debolezza, per poter poi seguire le orme del Cristo, fino ad essere crocifisso da martire.
Tutto questo può aiutarci a capire meglio il senso del male e dell’ambiguità che alberga tra gli uomini, ovvero del perché ci siano api e serpenti e non soltanto api.
Ovviamente non intendo in alcun modo addurre giustificazioni per il serpente dai molteplici cuori, ma solo affermare che la realtà umana e sociale non è una rosa senza spine.
Le api hanno il pungiglione e sanno, per difendersi, fare del male, ma le stesse api, se adoperano il pungiglione, muoiono.
L’ape della favola è stata più intelligente: convocata, è andata a raccontare la verità al tribunale degli anziani.
Credo che per gli esseri umani il tribunale degli anziani (posto un po’ troppo in alto effettivamente, raggiungibile con un certo sforzo) sia sempre quello della ragione chiara e distinta, e per i cristiani molto molto bravi, esistono anche l’amore e il perdono.
Leibnitz, che tentava disperatamente di conciliare nella sua visione del mondo la libertà delle monadi con l'onniscienza divina, arrivò a pensare che la possibilità del male e la scelta sempre aperta di dannarsi, cioè l’odio per la divinità, siano proprio la caratteristica del mondo che Dio ha scelto e creato per gli uomini: il mondo migliore tra tutti quelli possibili, proprio perchè l'unico dentro il quale si può decidere, con un cuore solo, d'imboccare la via dei beati tra i beati; un pensiero complesso, rischioso e criticabile, che conserva, oltre ad una buone dose di ottimismo, un grande fascino.
Un po’ come dire che se non ci fossero i serpenti, non ci sarebbero neanche le api.
E neanche questa favola tra i Lega ... 

Commento e illustrazione: M. Greco.