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1881.??.??.Motivi di amar Maria

"Manoscritto del Seminarista Guido Conforti del 1881: è la traccia, con apporti personali, di un discorso udito forse a Fontanellato e richiestogli dal suo Prefetto di Camerata Ettore Savazzini" (FCT 6, 22).
"...ecco quanto afferma il suo ex Prefetto Mons. Ettore Savazzini nella deposizione giurata al Processo di Beatificazione: [...] 'Avendo un giorno, il Servo di Dio, ascoltato un discorso sulla Madonna, fatto da un bravo predicatore, se ne mostrò al sommo entusiasmato, e mi manifestò la sua viva gioia. Pregato di darmene uno schema, egli me lo preparò molto ampio e dettagliato.' (FCT 6, 254).

  • ID
    4639
  • Cartella
  • Data
  • Editore
    CDSR
  • Luogo
    Fontanellato?
  • Collocazione
    CSCS
  • Pagine
    5
  • Viste
    483 volte

CDSR
Centro Documentazione Saveriani - Roma

Transcrizione

Esordio

L'uomo è fatto per l'eterna felicità del Paradiso, questo dev'essere la meta de' suoi pensieri, lo scopo di sue azioni l'oggetto de' suoi affetti. Ma il mondo a se lo attrae coll'allettamento di beni caduchi e passeggieri, ed il Demonio nulla d'intentato tralascia per trarlo in perdizione: or suscitando dubbiezze e timori, or spargendo tenebre e movendo fieri assalti, or opponendo difficoltà al primo mirarle insuperabili, rende viepiù malagevole il cammino di lui per la via del bene. Le passioni intanto lo agitano in mille guise rendendolo simile a burrascoso mare da mille impetuosi e contrarii aquiloni sbattuto. Dio però che ogni cosa ordina e governa con ammirabile soavità e sapienza, ha l'uomo provveduto d'armi contro ogni nemica infestazione, e fra quanti mezzi ne ha somministrati per agevolargli il conseguimento dell'ultimo suo fine, per sovvenirlo ne' suoi bisogni, la devozione a Maria non tien fra principali l'ultimo luogo. A ravvivar la fede, rianimar la confidenza, accender viepiù l'affetto per essa si dimostri: «Maria quanto grande in sé perché Madre di Dio, altrettanto per noi benefica ed amorosa, perché Madre nostra».

 

Primo Argomento: Maria é Madre di Dio.

  1. Perché in Maria si riscontrano tutte quelle caratteristiche, che alla Madre del futuro Messia eran richieste, e che dalle sacre carte mirabilmente si rilevano, in ispecie dalle Profezie che di proposito la riguardano.
  2. Perché del proprio sangue somministrò carne passibile al Divin Verbo, il quale per questo è debitore alla Vergine della propria esistenza nella umana natura.
  3. Perché quel bambino che di Maria è nato, è veramente Dio, che i Profeti nei loro scritti ispirati non solo il denominarono Salvator delle genti, ristoratore della caduta umanità, bensì Figlio dell'Altissimo, giudice dei popoli, essere al tutto divino.
  4. Ciò comprovato, far brevemente risaltare la grandezza della dignità di Maria:
    1. Dalla grandezza di quel Dio di cui è Madre, che se nel mondo son riputate grandi quelle madri che diedero in luce qualche figlio il quale o per ingegno, o per opere celebrate, o per esimia santità tramandò il suo nome glorioso presso i popoli, che non dovrà dirsi Maria!
    2. Da ciò che la Vergine dopo 40 secoli a preferenza di tante eroine dell'antico patto, nobiltà e virtù, essa solo attirò le compiacenze di Dio, in guisa da divenirne l'avventurata Genitrice.
    3. Da quello che la Chiesa apertamente dichiara, di non potere cioè come si converrebbe esaltare tale grandezza, mentre i SS. Padri ed i Dottori la penna depongono, asserendo che solo Iddio il quale fece Maria sì grande, può comprenderla e misurarla.

OBBIEZIONE: Dio eterno, incomprensibile, infinito come può mai vantare sua origine nel tempo da una sua creatura limitata e finita?

CONF(UTAZIO)NE: Avendo Dio decretato per mezzo di Maria farsi mortale ed assumere carne umana, essa può dirsene a tutta ragione vera Madre; non ché l'esser divino della sua origine ripetere dalla Vergine, ma perché per mezzo di Lei si congiunse ipostaticamente all'umano. In quella guisa (così S. Anselmo) che chi genera un figlio, può dirsene vera madre, tuttoché non ne produca che la parte materiale, provenendo da Dio lo spirito per creazione, così Maria benché alla divinità non abbia somministrato che l'esser corporeo, può dirsi a tutta ragione vera Madre di Dio.

 

II Argomento: Maria è Madre nostra

  1. Non può immaginarsi relazione più stretta, unione più intima, vincolo più indissolubile di quello che passa fra Cristo e la sua Chiesa. Ora noi che abbiamo l'incomparabile sorte di appartenervi, e di costituirla quali vive membra siamo con Cristo intimamente congiunti; per lui operiamo, per lui ci meritiamo l'eterna gloria, anzi della vita stessa di Cristo viviamo. Dunque perché Maria non potrà dirsi Madre nostra, se di più l'Apostolo ha detto che la Chiesa è il corpo di Cristo, anzi che Cristo è la Chiesa?
  2. Cristo è quel sole benefico venuto a diradare le folte tenebre dell'ignoranza e dell'errore, a vivificare l'umanità isterilita dalla colpa e dal vizio abbruttita. Ma da Maria come da propria magione escì questo astro fulgidissimo, dal quale noi pure dobbiamo ripetere la vita spirituale, ogni nostra virtù alimento e forza.
  3. Cristo è quella fonte copiosa che sue acque dirama per ogni dove, e noi siamo i mille rivi che da quella si formano, e che poi dopo compiuto lor corso senza intorbidarne i puri argenti formeranno nell'Empireo le compiacenze dell'eterno Fattore. Ma Maria è quella roccia feconda che Cristo vivo fonte di grazia e di misericordia produsse.
  4. Cristo è l'albero misterioso delle sacre carte, e noi siamo i rami che dall'umor di quello avvivati cresciam rigogliosi, germogliam fiori, produciamo frutti eletti di grazia e di virtù. Ma se Cristo è l'albero, Maria è il terreno fertile che gli diede vita.
  5. Per l'Incarnazione del Verbo siam fatti consorti e partecipi della divina natura (Divinae consortes naturae), e però S. Paolo non dubitò di chiamar Cristo: «Primogenitus in multis fratribus», che anzi lo stesso Salvator nostro non ebbe a vile di appellare col dolce nome di fratelli i suoi amati discepoli. Ma se Cristo è nostro fratello, Maria può e deve dirsi madre nostra.
  6. È madre nostra, perché coll'opera sua cooperò al gran sacrifizio della propiziazione e del perdono, allevando e nutrendo la vittima, e pronunciando quel gran fiat, che in quello che il suo consenso esprimeva al decreto inesorabile, che il frutto delle sue viscere dannava alla morte, noi tutti generava alla vita della grazia.
  7. È madre nostra, perché a confermare e solennemente suggellare l'autenticità di simile diritto, Cristo stesso da Dio quale è, dal sublime altare della sua croce a noi la lasciò per tale nella persona del suo diletto Giovanni.
  8. Per tale fu avuta fin dai tempi apostolici, ché ad essa si ricorreva in ogni dubbio e necessità, per tale fu sempre proclamata dai Concilii e dai Padri della Chiesa, come tale l'onorarono in ogni secolo i Santi più cospicui per virtù e sapere.

 

III Argomento: Maria è verso di noi Madre benefica e amorosa

  1. Non può ritenersi che allorché Iddio negli alti suoi consigli elegge alcuno a speciale officio o ministero, non gli conferisca quando fa d'uopo al retto compimento di esso. Ora avendo eletta Maria a madre nostra, viscere amorose e materne deve averle donato, perché l'amore è la passione più forte della madre, è la caratteristica propria che la distingue.
  2. Tanto ama la madre terrena il proprio figlio, per averle essa stessa dato la luce: ma infine che ha fatto se non accrescere il numero de' miseri, mentre morte piuttosto che vita deve appellarsi l'esistenza di cui godiamo? Maria ci ha generati ad una vita soprannaturale principio d'eterna beatitudine; dunque quanto più grande non dovrà essere il suo affetto per noi?
  3. L'amore di una madre viepiù si aumenta alla vista delle pene e dei pericoli nei quali il figlio suo versa. Collocati in questa misera valle d'esiglio, il pianto è il primo nunzio della nostra comparsa, ed è quello pure che chiuderà i nostri occhi alla luce del giorno, mentre mille spietati nemici insidiano alla nostra salute. Al cospetto di tanti affanni e sospiri, no, non potrà rimanersi indifferente il cuor di Maria, che ci è Madre celeste.
  4. L'amor di una madre tanto è più grande, quanto più le costò il figlio di ambascie e di dolori. Ma qual lingua potrà spiegare, qual intelletto comprendere gli strazii crudeli che il cuore di Maria dilacerarono, quando noi tutti partorì alla vita della grazia sotto l'albero sanguinoso della croce?
  5. A misurare e comprendere quanto sia l'intensità ed ampiezza dell'amor di Maria, farebbe di mestieri intendere qual sia la carità colla quale lo stesso Dio noi ama sue miserabili creature. Imperocché come il Padre, conscio dell'umana miseria, ab aeterno decreta salvar l'umana schiatta per l'Incarnazione del Verbo, così pure ordina che la Vergine Santa ne sia nel tempo la madre avventurata, onde essa partecipa nel tempo e nella divina paternità, per la quale ab aeterno il Padre celeste genera l'increata sapienza cioè il Figliuolo. Che se Maria è a parte di sì eccelsa prerogativa, dunque con amor a quella proporzionato deve amarci e riguardarne quai figli.
  6. Il cuor nostro che tutto si commuove dall'intimo a pensare a Maria, è il testimonio più veridico dell'amorevolezza di Lei, ché ad essa spontaneamente ricorriamo nell'infuriar delle passioni, negli assalti infernali, nelle tribolazioni e nelle pene che sono indispensabili a chi solca il mare infido di questo basso mondo.
  7. La storia che ha vergato le più belle pagine a perpetuare ai posteri le grazie ed i favori da Maria concessi, i monumenti superbi che da ogni parte s'innalzano a suo onore, le feste, le solennità, le pompe che i fedeli ovunque le consacrano, sono splendide ed eloquenti prove dell'amore suo verso degli uomini.

 

II Parte

Narrare alcun fatto storico, che meravigliosamente faccia rilevare l'affetto di Maria in pro' dei mortali, in ispecie dei miseri peccatori. Trarne pratiche conclusioni, eccitando vivamente i fedeli alla sua devozione, col ricordare che amore addimanda amore e che questo solo può esserne il degno contraccambio.

Cfr. FTC 6, 254-257.